Deliziosa Semplicita’

Ne basta una, o al massimo due.
La classica versione, la più semplice, è quella che la  prevede condita solo di  pomodoro, olio, sale e volendo un pochino d’origano.
E’ un vero punto di riferimento nella tradizione Salentina, anche per le nuove generazioni, che mai la rinnegano.

Stiamo parlando della frisella (in dialetto  friseddha) detta anche frisa.

Si tratta di un tarallo di grano duro (ma anche orzo o in combinazione ) cotto al forno, tagliato a metà in senso orizzontale e fatto biscottare nuovamente in forno.

La caratteristica forma con un buco al centro serviva in passato ai pescatori per infilarle in una corda a mo’ di collana; la frisella, infatti, era un pane da viaggio.
Da qui l’uso di bagnarla in acqua marina da parte dei pescatori, che la usavano anche come fondo per le zuppe di pesce o di cozze, alimenti abituali durante le battute di pesca che duravano parecchi giorni.

Prodotta principalmente in Puglia, è anche molto diffusa in Campania, Calabria e Basilicata.

Per gustarla si bagna in acqua fredda per un tempo che dipende dal gusto individuale e dalla consistenza della pasta cotta. Quindi si condisce, con una manciata di pomodori, abbondante olio extravergine di oliva, sale e origano.
A questa versione base si possono poi aggiungere secondo il gusto personale : rucola, tonno, giardiniera, capperi, olive, verdure e ortaggi, cipolle.

Ora che sapete tutto sulla frisa non vi resta che assaggiarla alla XXV Edizione della Sagra della Frisa, in programma a Nardo’, domenica 11 Giugno.